Benvenuti

Ai malcapitati che giungono su queste virtuali pagine, il mio benvenuto.
Attenti ai passi che fate sull'asse, uno di troppo potrebbe costarvi caro.
Nella mia personale passeggiata su questa striscia di legno che sovrasta un mare agitato, poche cose credo di aver capito; una su tutte, che ormai da tempo mi porto dentro, è che alla fine nessuno fa ridere il buffone...

venerdì 25 maggio 2007

Ultima mano a poker...



Ultima mano, le bottiglie sono praticamente vuote, la sala è pregna di fumo, i posacenere trabordano di mozziconi e cenere. Ho quattro assi in mano e mi sono giocato anche la camicia. Rimaniamo in due, il piatto è di quelli da sogno. Il mio opponente ha su la maschera delle grandi occasioni, gli leggo nel vitreo degli occhi un pensiero costante, un pensiero che rotola anche nel fondo della mia testa “che cazzo di carte avrà in mano?”

Mi fissa, sposta gli occhi sulle sue carte, spegne una sigaretta e pronuncia la frase che temevo “fino a mille!”.

Adesso tocca a me, allento il nodo alla cravatta, controllo se i miei quattro assi sono ancora tutti lì in fila, cuori, quadri, fiori e picche con una donna di fiori come accompagnatrice. Metto il portafoglio sul piatto “ci sto!”.

Cala le carte, la sala improvvisamente sparisce inghiottita da un solo colore, rosso carminio...


N.d.A. La foto è un particolare di uno scatto fattomi da un amico, un amico vero; uno di quelli che, nonostante la lontananza, sono sempre vicini! Grazie Kristo!

giovedì 24 maggio 2007

Forse non dovrei scrivere di sera...

Strano come, a volte, il nostro cervello ci costringa a passare ripetutamente, come fossimo cavie di un esperimento, sotto le stesse arcate che abbiamo varcato mille volte. Mi ritrovo così, come nel gioco che facevo da bambino, avanzo di un passo per farne due indietro. Cerco di capire le motivazioni che mi spingono a questa insulsa immobilità, la paura, la delusione per un no che non ho avuto nemmeno la fortuna di sentirmi dire in faccia, le giustificazioni che mi do per non spingermi oltre, per non fare il passo che giudico più lungo della gamba.

In questi momenti vorrei avere qualcuno che mi dica “fai così”, anche sapendo che ciò toglierebbe gusto alla partita che giochiamo ogni giorno delle nostre esistenze, sarebbe un po’ come barare; ma barare a carte ha un suo fascino, farlo nella vita ha solo il gusto metallico e acre del fallimento, della inadeguatezza.

Riguardo il bicchiere e, nonostante tutto, lo trovo sempre mezzo pieno. Sarò esageratamente ottimista o semplicemente stupido?

Al Largo...

Ritrovo quel vuoto,

Mi coglie di sorpresa!

A volte lo dimentico...

Ma basta poco,

Troppo poco,

Per trascinarmi nuovamente

Sulla tolda del mio galeone...

Il sartiame che lo legava alla goletta

Giace lasco sulle mura di dritta...

Ma avverto ancora quel profumo,

Sento ancora quella voce,

E so che sono ancora lì

In attesa di un ritorno...

mercoledì 23 maggio 2007

A Polittica

Aridanghete co sta storia

“Nun famo polittica,

Se limitamo a davve consiji!”

Pare vero!

E tutti sti magnapane

Che te reggheno er gioco.

Nun voi fa polittica?

Allora statte zitto!

Pensa allo stato tuo

E non’ar mijo!

Anacapito?

Fà cardo...

Ammazzate aho,

Si dovemo faticà cor callo

Mejo lassà perde!

Stamo ner terzo millennio

E ce tocca scoppià

Senz’aria connizzionata,

Paremo delli pesci naa boccia de vetro...

Ajutatece!

La Vida es un Carnival

Grande Gianfo,
come darti torto!?! La vida es un Carnival! E non aggiungo altro, qualsiasi tentativo di commentare tale frase risulterebbe vano; ad ognuno la sua immagine del carnevale, ad ognuno la sua libera interpretazione degl sguardi dietro le maschere.
Grazie Gianfo, grazie mille!!!

venerdì 18 maggio 2007

Frances Bean

Hai i suoi occhi tristi...

Quelli che forse nessuno,

Prima della detonazione fatale,

È riuscito a penetrare a fondo,

Per salvare il bambino

Che urlava la sua disperazione al mondo,

Il giovane che vestiva panni da donna

Per ritornare al mondo tutta la sua stupidità...

E passerai, respirerai, vedrai...

Ti ricorderanno lui, te ne parleranno,

Per sempre!

Per quello che ha fatto, per quello che era

Perché la sua rabbia ha rincollato migliaia di cuori,

Quella stessa rabbia che l’ha spinto,

Nonostante te,

A uscire di scena prematuramente.

Regalandoci un Angelo...

Negandoti un padre...

Negandoci altre emozioni...

Tra il Vuoto ed il Nulla

Tra il vuoto ed il nulla

Incateniamo

Sguardi e sorrisi,

Momenti ed azioni.

Rinfrescano ricordi

Che matureranno con noi.

Cambiando col tempo

Ricordandoci quello che abbiamo perso

E la pelle d’oca che non sappiamo ritrovare...

Il momento allegro che donerà tristezza

Ed uno serio che scolpirà sorrisi a fior di labbra.

In tutto ciò

I fantasmi del nostro passato,

Rinchiusi in una prigione di aria compressa

Ci guarderanno, fissi, ponendoci domande

Che non abbiamo saputo ascoltare,

Verità che non abbiamo potuto dire,

Urlandole in eterno...

Pregheremo, allora, per un’altra opportunità!

La Perla più Rara

Arrrr! Camminando sull'asse ho lasciato scivolare una perla rara in acqua. La sorte, benevola con questo Vecchio pirata, mi ha concesso la fortuna di trovarne un'altra, ancor più rara.
Purtroppo la mia natura mi ha paralizzato a tal punto che la posso solamente ammirare, mentre libera rotola nel palmo della mia mano.
E' caduta, rotola sull'asse, possiede una sua inteliggenza, m'irride sfiorando il bordo. Immobile, col mio occhio buono, la guardo allontanarsi da me...
Perderò anche questa? So che la risposta a questa domanda la potrò conoscere solamente se troverò la forza di piegare il legno della mia gamba.
Se mi allungherò per fermarla...

martedì 15 maggio 2007

La Natura del Mio Essere

Tracima, da tempo immemore,

La stupidità del mio essere

Vanesio, credulone e superficiale.

L’allegria che muta pelle

Ingrigisce, assumendo i connotati

Sbiaditi, dell’infantile divertimento.

Io festeggio e cullo la fortuna

Di saper ancora ridere delle mie ed altrui disgrazie!

Una risata che modifica il vano giorno appena trascorso,

Cancella la fatica di comprendere persone

Che urlano sottovoce la loro arrogante flatulenza.

Giudicami amico mio, sii tremendo,

La critica cadrà nel piatto e io la lascerò marcire,

La papera che nacqui non si lascia turbare

Per poche gocce d’acqua piovana!

lunedì 14 maggio 2007

Una serata particolare

Questo l'ho scritto tanto tempo fa...

Non era una bella serata. Decisamente, no. La giornata era trascorsa come mille altre, una mattinata cominciata con la solita lotta col letto, una colazione al bar offerta dalla ragazza di un amico e poi lo strenuo tentativo di conciliare la voglia di non fare niente con la mia bestia nera: lo studio.

Dopo aver pranzato a casa di “mammà” la telefonata di un amico che partiva per Londra il giorno seguente mi offriva la possibilità di sottrarmi alle ore di studio pomeridiano per fare un giro in centro.

Dopo lo slalom per evitare l’ultimo temporale estivo che cercava di mondare la città di Roma da chissà quale peccato insanabile, ritornavo a casa dei miei per cenare… e poi? E poi a casa, davanti a quella che da sempre è stata la mia baby sitter.

Sdraiato sul divano davanti al focolare domestico del terzo millennio riflettevo su quanto la mia amata mi distoglieva dal vivere a pieno la mia vita.

Avevo trovato uno strano punto di raccordo tra la futile finzione di allegria imperante nella televisione e la necessità di conciliare il momento col mio tristo stato d’animo. Avevo scoperto che azzittendo il mio caro televisore la musica del mio computer poteva riportare qualsiasi programma sul filo delle mie elucubrazioni mentali.

In questo stato di libera interpretazione delle immagini del tubo catodico mi prendeva, subdola, la voglia di alzare il culo; quella strana voglia che a volte mi prende e mi dice che forse farei meglio a dimenticarmi di me tracciando linee immaginarie col copertone della moto, spargendo i miei pensieri coi gas di scarico, due rifiuti difficilmente assimilabili, a volte eccessivamente simili.

Come al solito, ironia di un essere superiore che sa come farmi divertire, la moto non ne voleva sapere nulla di smuoversi, forse contagiata dalla stessa pigrizia che permea lo spirito di chi, gentilmente, cerca di piegarla al proprio volere, stupidamente illuso di insegnarle la strada. Dopo l’ennesima partenza a “strappo” mi ritrovavo per le vie della città, in una serata di settembre che non sapeva decidersi tra gli ultimi calori e i primi timidi freddi di un autunno a lungo atteso.

All’improvviso, repentina come il flash di una foto inattesa, la voglia che mi aveva svegliato dal torpore mi abbandonava mentre mi perdevo nel dedalo delle strade capitoline; era il segnale che aspettavo, l’intermezzo era finito.

A casa mi aspettava una dolce sorpresa, nuovamente l’invenzione del buon Meucci dava una svolta inattesa alla giornata; come al solito erano gli amici i segni che il destino, o chi per Lui, mi indirizzava per variare i miei programmi.

Un invito inatteso spesse volte rappresenta una scocciatura della quale mi disfaccio con amabili quanto innocue false verità, ma in questo periodo umbratile della mia seppur breve esistenza sembra che il mio essere non riesca a trattenersi dal rispondere positivamente a qualsivoglia proposta; sicché, nuovamente, mi ritrovavo in garage di fronte al mio bizzoso destriero di metallo. Le cure di prima lo avevano addolcito, o forse era solo Lui che per il momento aveva deciso che potevamo stipulare una tregua, quanto meno per la partenza del mio mezzo di locomozione. Ovviamente la bestia che porto dentro ultimamente, quella che mi spinge a mettere in dubbio tutti i miei criteri e che a volte mi porta in giardini della mia coscienza che credevo di aver definitivamente chiuso, riusciva ad avvelenarmi dolcemente la serata, stampigliandomi sul volto l’ottusa felicità del buffone di corte; così, dopo essermi regalato in iperboli comiche a volte dal dubbio risultato, salutavo la compagnia che mi aveva dato modo di esercitare la zona più goliardica del mio cervello tirato a nuovo, ridirigevo le lunghe forcelle verso casa per farmi accogliere dall’abbraccio più amato, quello del letto; abbraccio che già sapevo avrei fato fatica a sciogliere il giorno dopo al suono, dai più odiato, della sveglia.

venerdì 11 maggio 2007

Un Povero Sciocco...

È morta lentamente la spavalderia!

La forza, tua non mia, che sentivo,

L’energia che mi ha portato

A sorvolare montagne, mari e confini,

S’è spenta, ultima neve di maggio,

Col tuo addio...

Pianta senz’acqua, modificherò la mia natura?

Cresceranno spine, farò tesoro del poco?

Cammina la lunga lancetta, lentamente,

E il corto respiro a stento gonfia i polmoni,

Mentre il mondo, ignaro e strafottente,

Gira intorno al suo astro dorato.

Rimango abbracciato alla sottana

Di un fantasma, bellissimo e irripetibile,

Mi convinco di stringerlo ancora

D’avvertirne ancora il dolce profumo,

Di poterne ancora ammirare le forme!

Sciocco...

mercoledì 9 maggio 2007

Una Tempesta Improvvisa

E torniamo sulle rotte,

Ombrose,

Che abbiamo segnato altre volte.

Calda la sensazione di sicurezza

Nonostante la tempesta s'avvicini

Alle nostre teste...


Il temporale,

Nero e minaccioso,

Quella nube mostruosa

Che ci sfida da lontano,

Ci attende sapendo che non la sfuggiremo...


Ma passerà,

Passerà come sempre ha saputo fare,

Oscurando il mondo,

Sfocando il paesaggio,

Facendoci pregare per un approdo sicuro!


Vi arriveremo sfatti, l’ultimo passo

Ci costerà una vita, ma lo faremo.

Mentre parliamo, il nostro legno

S’è gia riposato sul divano di casa!

martedì 8 maggio 2007

Grazie!

Grazie,

Per avermi dato libertà!

Grazie,

Per tutti i volti che mi hai dato modo

Di assaporare!

Per la pioggia inattesa per cui t’ho maledetto,

Per il sole, odiato da sempre,

Perché non mi può sopportare.

Per il vento, quando mi dovevo riscaldare,

Per il motore, spento, quando volevo volare!

Per tutti i momenti in cui,

Ho sentito la fortuna di essere in disgrazia.

Per avermi fatto il dono più grande,

Per quel bicchiere che non riuscirò mai

Veramente a vuotare.

Nonostante tutto, nonostante la mia sciocca fantasia,

Nonostante la mia maschera a volte pesi eccessivamente,

Ti ringrazio dal profondo del cuore!

Grazie ancora,

In anticipo, per quei momenti

In cui, cieco, non troverò nulla per gioire,

Quando sfatto cercherò il lato positivo

Dell’ennesima delusione!

lunedì 7 maggio 2007

Il Rumore delle Macchinette

Il ronzio era ineludibile, difficile pensare diversamente dato che era un Tattoo Expo. Girovagavo in attesa del mio turno, con quel misto di paura e anticipazione che conosco bene, quello che a volte mi sega le gambe all’altezza del ginocchio. Pensavo a quante lacrime e sorrisi nell’istante che passava venivano inchiostrati indelebilmente sulla pelle di altri masochisti come me, persone che per moda o chissà cosa sentono la necessità di trasferire sulla pelle un momento della propria vita, un avvenimento o solo un segno per dire al mondo: “ci sono anch’io!”

E alla fine, mi alzo, ammiro il lavoro ultimato, il dolore che lascia posto ad una vaga pulsazione, ad un calore che mi porterò dentro per i prossimi giorni.

S.T.O. Finalmente ti rendo omaggio, il posto che hai sempre avuto nel mio cuore diventa un’immagine che il mondo non capirà, chi conta saprà chi è la rondine che non porta più primavera, che ostinata come solo “la tedesca” sapeva essere ha resistito all’estate per cedere solamente alle prime avvisaglie d’autunno. Hai combattuto, perdendo hai vinto il premio che aspettavi da sempre, quel premio che ti sei guadagnata giorno dopo giorno. E non manchi, perché non mi sei mai mancata, sempre t'ho sentita vicina...

venerdì 4 maggio 2007

Vedere per credere...

E alla fine giungo anch'io... Come al solito, tanto per non sfuggire alla mia natura, in ritardo. Non prometto, ai casuali visitatori di questa pagina, niente di buono né di assiduo. A tutti il mio benvenuto!