Si mise uno scialle per difendersi dal freddo che si era insinuato nella sua camera e andò in cucina. Qui vide che qualcuno quella mattina era stato più mattiniero di lei, la tavola era stata apparecchiata, e sopra al fuoco l'acqua per il thé stava quasi per bollire. Eppure, a parte il ritmato rumore della pioggia sul tetto, la casa era silenziosa come una qualsiasi altra alba. Sapeva che solo Pòl poteva aver messo l'acqua sul fuoco, lo cercò nell'altra stanza della piccola casa ma vi trovò solo Pic che ancora dormiva beato, gli rimboccò le coperte.
Uscì sotto il portico per cercare Pòl, quel figlio non suo che aveva cresciuto con amore e che aveva lasciato al mare con amore ancora più grande. Donargli la libertà che aveva sempre cercato era stato il suo regalo più doloroso. Lo intavide sotto la pioggia, scrutava il suo unico amore. Quella immensa distesa d'acqua che era il suo confine irraggiungibile.
Lo ragiunse sotto l'acqua e lo riportò a casa.
Prima di entrare Pòl si levò lo stivale zuppo, una volta dentro tolse il bollitore dal fuoco e si sedette al tavolo che dominava il centro della stanza.
"Cosa scrutavi figlio mio?" "Nulla..." rispose laconicamente Pòl, " e allora perché ti stavi prendendo tutta quella pioggia?" il viso di Maria cancellò qualche ruga grazie ad un radioso sorriso che lasciava intravedere un volto che un tempo aveva rischiarato le giornate più tetre del pirata "volevo assaporare il gusto del mare, lo sai che lontano da lei mi sento perduto!" ancora parlava del mare al femminile...
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