
Tira un filo di vento. Rinfresca i pensieri e la pelle. E' un sollievo dal caldo imperante che batte una terra consumata dal sole e dal tempo, inclemente, che la sferza senza riguardo alcuno. Ritto di fronte al mare in burrasca scorgo una persona che risale gli scogli, a fatica. Il primo pensiero è di dargli man forte, aiutare lo sconosciuto che s’inerpica con difficoltà sulle rocce salmastre. Purtroppo non ho mezzi, l’unico aiuto che posso prestargli è il mio sostegno morale, provo ad incitarlo urlando, il rumore delle onde copre la mia voce.
Resto lì, immobile. Il mio sostegno, puramente simbolico, si limita ad una preghiera che pronuncio sottovoce, conscio che il Supremo la potrà udire nonostante il fragore del mare.
Ti aspetterò sconosciuto amico mio, noto compare di battaglie campali, volto che immagino teso in un sorriso che nasconde solo per chi realmente non ti conosce il maelstrom che ti turbina dentro. So che arriverai in cima a questa salita, e quando arriverai a tiro allungherò un braccio per aiutarti nell’ultimo sforzo.
Il vento si rafforza e sopraggiunge, bellissima, la notte. Copre il mare con il suo mantello puntellato d'argento. Sei ancora a metà strada, accendo il fuoco ed un mezzo toscano. Dalla tasca del mio giaccone estraggo una fiasca piena, sai benissimo cosa contenga; il primo sorso lo regalo alla terra, come erano soliti fare i nativi americani, saggi sapevano quale debito tutti noi abbiamo nei confronti di questo enorme scoglio sospeso nel nulla. Alle tue spalle si staglia la costellazione di Orione, il guerriero, buon segno. Mi siedo, preparo due bicchieri e aspetto...