Benvenuti

Ai malcapitati che giungono su queste virtuali pagine, il mio benvenuto.
Attenti ai passi che fate sull'asse, uno di troppo potrebbe costarvi caro.
Nella mia personale passeggiata su questa striscia di legno che sovrasta un mare agitato, poche cose credo di aver capito; una su tutte, che ormai da tempo mi porto dentro, è che alla fine nessuno fa ridere il buffone...

giovedì 27 marzo 2008

Rainin' Dawn


Fu il rumore della pioggia a svegliare Maria quella mattina. Si alzò dopo aver recitato le parole che da sempre la spronavano ad abbandonare il letto. Trovati i suoi occhi, aprì gli scuri della finestra della sua camera da letto e si trovò davanti un sipario grigio che sfumava tutti i contorni.
Si mise uno scialle per difendersi dal freddo che si era insinuato nella sua camera e andò in cucina. Qui vide che qualcuno quella mattina era stato più mattiniero di lei, la tavola era stata apparecchiata, e sopra al fuoco l'acqua per il thé stava quasi per bollire. Eppure, a parte il ritmato rumore della pioggia sul tetto, la casa era silenziosa come una qualsiasi altra alba. Sapeva che solo Pòl poteva aver messo l'acqua sul fuoco, lo cercò nell'altra stanza della piccola casa ma vi trovò solo Pic che ancora dormiva beato, gli rimboccò le coperte.
Uscì sotto il portico per cercare Pòl, quel figlio non suo che aveva cresciuto con amore e che aveva lasciato al mare con amore ancora più grande. Donargli la libertà che aveva sempre cercato era stato il suo regalo più doloroso. Lo intavide sotto la pioggia, scrutava il suo unico amore. Quella immensa distesa d'acqua che era il suo confine irraggiungibile.
Lo ragiunse sotto l'acqua e lo riportò a casa.
Prima di entrare Pòl si levò lo stivale zuppo, una volta dentro tolse il bollitore dal fuoco e si sedette al tavolo che dominava il centro della stanza.
"Cosa scrutavi figlio mio?" "Nulla..." rispose laconicamente Pòl, " e allora perché ti stavi prendendo tutta quella pioggia?" il viso di Maria cancellò qualche ruga grazie ad un radioso sorriso che lasciava intravedere un volto che un tempo aveva rischiarato le giornate più tetre del pirata "volevo assaporare il gusto del mare, lo sai che lontano da lei mi sento perduto!" ancora parlava del mare al femminile...


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Now playing: Caparezza - Stango e sbronzo
via FoxyTunes

7 commenti:

M.Cristina ha detto...

Ogni post sta diventando un piccolo gioiello...BRAVISSIMO!!!!!

polle ha detto...

Grazie Maria Cristina ;-)

Anonimo ha detto...

Ti manca "quel mare" ?
Lo sai che ci sono specchi d'acqua e specchi d'acqua, un giorno quello che credevi fosse il più bello può diventare pieno di insidie e dovrai combattere e strambare per evitare di colare a picco, e poi arriverai in un'altro mare ancor più bello e sereno, ti sembrerà... "casa tua", ciò che hai sempre cercato.

marina ha detto...

Donare la libertà è davvero il regalo più doloroso.
Mi sembra che quando ti misuri sulla piccola distanza raggiungi una profondità più intensa.
ciao marina

marina ha detto...

Ciao Polle, ieri abbiamo parlato (bene) di te con Cristina. E mi sono accorta che dovevo dirti da tempo una cosa. Devi fare un salto e allontanarti dal mare. Raccontare una storia molto terrestre.
Sarebbe lungo motivare questo pensiero, mi limito a dirtelo come mi si è formato nella mente.
buon fine settimana marina

Anonimo ha detto...

Ho i brividi, pirata...
Ma per favore sveglia Pic perchè se ora non parla giuro che lo strozzo!!!
;-)

polle ha detto...

@Marina: ciao Marina, mi fa piacere che tu e M. Cristina parliate (bene) di me. Cercherò di allontanarmi dal mare e scrivere un post terrestre anche se devo confessarti che ultimamente il mare s'è ingrossato e mi chiama a gran voce...
@ Kristo: Pic si sveglierà e parlerà non ti preoccupare... comunque se vuoi strozzarlo fai pure! Il rischio che corri tanto lo conosci bene ;-)