Ultima mano, le bottiglie sono praticamente vuote, la sala è pregna di fumo, i posacenere trabordano di mozziconi e cenere. Ho quattro assi in mano e mi sono giocato anche
Mi fissa, sposta gli occhi sulle sue carte, spegne una sigaretta e pronuncia la frase che temevo “fino a mille!”.
Adesso tocca a me, allento il nodo alla cravatta, controllo se i miei quattro assi sono ancora tutti lì in fila, cuori, quadri, fiori e picche con una donna di fiori come accompagnatrice. Metto il portafoglio sul piatto “ci sto!”.
Cala le carte, la sala improvvisamente sparisce inghiottita da un solo colore, rosso carminio...
N.d.A. La foto è un particolare di uno scatto fattomi da un amico, un amico vero; uno di quelli che, nonostante la lontananza, sono sempre vicini! Grazie Kristo!
4 commenti:
Mi sembra di averla giocata mille volte quella partita...
La cosa più difficile è riuscire a concentrarsi nonostante il ritmato e incalzante pulsare del cuore che costringe l'esofago ad un catetere ostrutto.
Ma è proprio di un'overture di sensazioni forti che abbiamo bisogno.
Ti cosnosco, toubadour...
Non sceglieresti mai la via più netta.
Grazie per la citazione. Mi hai quasi fatto commuovere. Avrei voluto spendere una lacrima.
Ah, se le radiazioni nuculari non mi avessero portato via gli occhi...
Occhi per vedere dove stiamo antanto, quanto stiamo faciento, cosa stiamo vivento su quéssa teraaa!!!
oops...
errata corrige: "troubadour"
ca..o non è giornata!
"trubadour"
Ma chi me l'ha fatto fare di impelagarmi cor franzoso!!!
Grazie a te per la foto, mio caro! Grazie a te ;)
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