Benvenuti

Ai malcapitati che giungono su queste virtuali pagine, il mio benvenuto.
Attenti ai passi che fate sull'asse, uno di troppo potrebbe costarvi caro.
Nella mia personale passeggiata su questa striscia di legno che sovrasta un mare agitato, poche cose credo di aver capito; una su tutte, che ormai da tempo mi porto dentro, è che alla fine nessuno fa ridere il buffone...

martedì 30 ottobre 2007

La Nave del Deserto


Sabato giornata off. Niente immersioni, domenica mattina abbiamo l’aereo, per questioni legate al residuo d’azoto non possiamo permetterci di fare altre immersioni. La mattina la passiamo nel Parco di Ras Mohammed, immaginavo di inoltrarmi nel deserto, di perdermi tra i suoi colori e le sue aride distese, interrotte da formazioni rocciose che ne delimitano l’orizzonte.

Alla prima sosta chiedo alla nostra guida se posso proseguire a piedi. Mi risponde di no, solo dopo aver passato la “Porta di Allah” ne capisco il vero motivo: i controlli della onnipresente polizia turistica. Sembra quasi temano che ognuno di noi possa essere un terrorista imbottito di tritolo.

Alla fine la jeep si ferma in una insenatura, chi vuole può fare il bagno... ma che cazzo ci siamo venuti a fare nel deserto? Il bagno lo potevamo fare davanti all’albergo, mi sembrerebbe quasi di essere ad Ostia se non fosse per una donna seduta in riva al mare, coperta più di me, che lascia uscire da sotto le sue vesti solamente mani, piedi ed uno splendido viso.

Ritorniamo in albergo per pranzo, alle tre appuntamento per la cammellata. Pochi ne hanno realmente voglia, ma oramai siamo in ballo e bisogna ballare. Dopo un quarto d’ora in jeep raggiungiamo il punto di partenza, siamo in una gola desertica, una trentina di cammelli con le loro guide ci attendono, ci sono anche una mezza dozzina di bambini che gironzolano intorno a noi.

Cambio programma, la voglia di camminare prende il sopravvento sulla curiosità di salire sulla “nave del deserto”.

Comunico alla guida che seguirò il gruppo a piedi, avrò più libertà di fare fotografie.

E questa mia insospettabile decisione mi regala un momento magico, in cui, distaccandomi dai miei amici, assisi su queste bestie dinoccolate, mi perdo in questo lunare paesaggio, unica compagnia la mia macchinetta e i miei pensieri.

Mi concedo anche una piccola arrampicata, voglio fotografarli dall’alto, sento la spinta a dover cambiare prospettiva.

Dopo un paio di chilometri arriviamo alla nostra meta, una falsissima tenda di beduini. Attrazione turistica degna di Disneyland. Il té beduino è beduino quanto lo sono i personaggi fasulli che ci accolgono.

Mi alzo, stufo di questa messa in scena per sciocchi occidentali. Alle mie spalle un’altra altura m’invita ad arrampicarmi tra i suoi massi. Nuovamente più alto degli altri mi godo un altro raro momento di solitudine in questa settimana fatta di vita di gruppo.

E da qui che saluto il sole, e accolgo le prime avvisaglie di una notte stellata.

I fari accesi della jeep mi riportano alla realtà, è tempo di tornare in gruppo, è ora di tornare in albergo.

La cammellata io la farò un’altra volta.


----------------
Listening to: Ennio Morricone - Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo - Il Triello (Titoli Finali)
via FoxyTunes

8 commenti:

hallen ha detto...

Il deserto amico mio...

Luogo dove ti accorgi che pochissime cose possono invadere, in modo ineluttabile, il tuo desiderio di stare solo.

La sensazione di avere tutto (e tutti) di troppo e di faticare come mai per potertene privare anche solo per un momento.

è in un posto come quello che ho visto quanto tutto non serve a niente, meno la mia povera, fragile mente; che dà luce a questi poveri occhi, che dà voce alle misere orecchie che filtra gusti e odori, e che mi fa sentire che sotto i piedi c'è sabbia, calda.

Grazie dei ricordi, a presto, devi farci vedere "le foto" :) (che restano)

hallen ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
polle ha detto...

Verissimo Fabro, il deserto ha accolto il mio desiderio di "solitudine", la necessità di perdermi nelle regioni della mia mente. Senza difese, senza stimoli particolari. Ho seguito l'onda dei miei pensieri, immediatamente seguita dai piedi stranamente non oziosi.
E ringrazio l'illuminazione, la scelta di non seguire la mia dannata curiosità, che mi ha concesso di essere osservatore privilegiato di una cavalcata nel deserto.

M.Cristina ha detto...

Condivido, sapessi quanto condivido...ma perchè, mi viene da pensare, quando ci troviamo in luoghi così particolari improvvisamente sentiamo il desiderio di ritrovarci soli?

polle ha detto...

Forse siamo noi, in quei momenti in cui sentiamo la necessità di isolarci, che inconsciamente ci mettiamo nella condizione di visitare questi luoghi particolari... a me ieri è bastata una passeggiata di 5 minuti nelle deserte viuzze del mio paese in abruzzo!

Paolo ha detto...

I luoghi della memoria, quelli del presente e tutti quelli che ci saranno, ancora, a riconciliarci con noi stessi e con i tremori della vita che sono troppi per la nostra fragile incompiutezza. Baci

Anonimo ha detto...

Ah, come ti invidio!
Vico Secondo Forno, Salita Congregazione, Via Luca Chinni Anatomico (o Antiatomico, che dir si voglia!)...
Aspetto con ansia e trepidazione il giorno in cui torneremo a percorrere quelle strette viuzze solitarie insieme.
Magari piene zeppe di neve, mentre con un fiasco di vino novello e qualche oncia di castagne ci rechiamo ad onorare focolare, erba pipa e ricordi...
Memorie dei tempi che furono e spunto per nuovi noi, in proiezione.
Maj sa pekne, chalan!
U vidime sa skoro, fakt...

polle ha detto...

Mi auguro di rivivere quei momenti al più presto mio caro...